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Alberto Zurlo

"Scuola Loreto"

Alberto Zurlo
Formatore e docente di discipline giuridico-economiche.

1. L'OGGETTO

L'oggetto di questa breve comunicazione riguarda la "Scuola Loreto", Centro di formazione per famiglie del Movimento dei Focolari.

In questa scuola si tengono periodici corsi residenziali e ciò rende possibile osservarne  le attività promosse e le relazioni che si sviluppano sia all'interno che all'esterno. Con la lettura di contenuti e dinamiche di questo piccolo "laboratorio sociale", originale anche per la grande diversità delle famiglie che vi partecipano, si cercherà di cogliere eventuali fattori e condizioni di innovazione micro-sociale. Un'attenzione particolare sarà posta anche alla possibilità di creare un sistema permanente di ricerca e di esperienza relativamente alla funzione sociale della famiglia. L'analisi dei diversi casi e situazioni che la Scuola Loreto presenta, può forse consentire l'individuazione di elementi utili alla crescita e allo sviluppo della naturale funzione di "mediatore sociale" propria della famiglia.

La Scuola Loreto è sorta per mettere in atto strategie adeguate per una più marcata sensibilizzazione della famiglia sul proprio ruolo di protagonista, di propagatrice di una cultura della responsabilità e dell'interdipendenza. Due in particolare le specificità dell'esperienza: l'internazionalità, che favorisce l'apertura e l'osmosi fra le varie culture; l'immersione "full-time" in un ambiente dove la ricerca del dialogo è tensione quotidiana.

E' difficile, in poche righe, dare una descrizione esaustiva di una aggregazione così complessa anche dal punto di vista sociologico.

Il materiale scientifico predisposto per un' analisi più approfondita è ancora parzialmente in via di raccolta.  Non risulta, inoltre, che esistano bibliografie specifiche sull'argomento.

Alcune sintetiche e ancora parziali considerazioni si possono tuttavia formulare sulla base di:

  • alcune osservazioni fatte sul campo;
  • interviste rivolte ai protagonisti della Scuola;
  • un questionario proposto alle famiglie dello scorso anno di studi;
  • conversazioni con esperti aggiornati sugli sviluppi della Scuola.

Questo breve studio su alcuni aspetti dell'universo-famiglia è effettuato con una metodologia pluridisciplinare mirata al "noi" del gruppo familiare, alla sua dimensione soggettiva in quanto coppia. Questo presupposto richiede naturalmente delle scelte più complesse che portano oltre "l'individuale - psicologico". Conseguentemente il lavoro è volto alla comprensione delle persone nella coppia e delle azioni delle persone come coppia, curando di interpretare le azioni e le interazioni come manifestazioni espressive e rappresentative non tanto di "individui" ma di "coppie" intese come soggetto singolo, e tra coppie, come gruppi, che agiscono e interagiscono in quanto coppia.

2. LA STORIA

Nato nel 1943, il Movimento dei Focolari e, con esso, il Movimento Famiglie Nuove che ne è la sua diramazione più sviluppata, ha visto negli anni una diffusione piuttosto ampia e capillare.

Poco più di due decenni or sono, nel 1982, è stata avviata la Scuola Loreto. Con essa ha trovato risposta la necessità, avvertita in modo pressante da tante famiglie in tutto il mondo, di poter avere un luogo adeguato alla formazione e alla convivenza tra famiglie di nazioni e culture le più varie.

Con poche risorse, frutto della solidarietà internazionale delle famiglie del Movimento, si sono potuti restaurare o ricostruire alcuni casolari diroccati su una collina nel territorio di Loppiano, località del Comune di Incisa Val d'Arno, alle porte di Firenze.

La località di Loppiano era già stata scelta fin dal 1964 per diventare la prima Cittadella Internazionale del Movimento dei Focolari. L'insediamento delle famiglie della nuova Scuola ne rappresentò un ulteriore sviluppo.

Ne è scaturito un originale laboratorio di relazioni interpersonali, di nuovi modelli di convivenza all'interno delle famiglie, di innovative relazioni tra famiglie ed altre aggregazioni della Cittadella, con conseguenti modelli educativi e comportamentali in grado di rispondere alle multiformi problematiche che, in ogni parte del mondo, investono la cellula fondamentale della società.

Questo luogo permette alle famiglie una permanenza per periodi variabili da alcune settimane a più mesi, così da creare un flusso di arrivi e partenze tale da interessare tutte le nazioni.

Sono soprattutto le diversità che fanno della scuola Loreto un laboratorio unico nel suo genere.

Già la famiglia in se stessa è un'entità caratterizzata da una convivenza di soggetti costitutivamente diversi nel genere, nell'età, che trovano, in un certo senso, nella reciproca diversità il motivo fondante della loro unione. Nella Scuola Loreto si trova un concentrato straordinario di diversità tra famiglie:  culture diverse, lingue diverse, religioni diverse, appartenenze sociali e politiche diverse, livelli di istruzione diversi, età diverse; diverse abitudini, da quelle legate al clima, a quelle alimentari.

La notizia della ricchezza di queste esperienze, grazie anche alle stesse famiglie protagoniste della Scuola, si è diffusa nei vari paesi aumentando in modo progressivo le richieste di partecipazione, tanto da spingere, negli anni successivi, i responsabili del Movimento a restaurare altre abitazioni contigue alle prime.

3. ALCUNI DATI QUANTITATIVI

Si è partiti il primo anno 1982/83 con 5 famiglie di 4 nazioni.

Nell'anno 2003/04 erano presenti sei famiglie stabili e undici famiglie si sono fermate per l'intero periodo della scuola, circa 10 mesi da settembre a giugno. Nei mesi estivi di luglio ed agosto gli appartamenti sono stati occupati da altre 15 famiglie per brevi periodi di riposo, studio, lavoro e formazione.

Ogni anno le famiglie presenti alla Scuola completano la capienza degli alloggi a disposizione; ormai le richieste di partecipazione sono sempre superiori alla capacità di accoglienza della Scuola.

Ad oggi la capacità di accoglienza è di 17 appartamenti distinti per un totale di circa 80 posti letto.

Più in dettaglio, l'area residenziale della Scuola Loreto è composta da 4 complessi abitativi:

  • un primo complesso con 4 appartamenti, di cui uno è ora utilizzato come asilo, nursery e sala giochi per i bambini e viene sfruttato soprattutto durante le ore di lezione dei genitori. Presso la Scuola c'è, oltre agli appartamenti, una sala di circa 120 posti (una chiesa del 1200 non più in uso).
  • Un secondo complesso abitativo composto da 5 appartamenti per alloggio delle famiglie.
  • Il terzo complesso abitativo è composto dai locali della Scuola vera e propria (segreteria, sala convegni, cabine di traduzione, salette, locali di servizio e ristorazione) e da tre appartamenti distinti per alloggiare famiglie.
  • Il quarto complesso abitativo è composto da 5 appartamenti distinti e una sala giochi.

Sono in uso 10 automobili che permettono alle famiglie-studenti della Scuola di compiere tutti quegli spostamenti necessari normalmente ad una famiglia.

4. L'ORGANIZZAZIONE

Le dieci/dodici famiglie ospiti della Scuola sono aiutate in diversa misura da quattro famiglie presenti in modo stabile presso la Scuola Loreto.

Queste famiglie "stabili", volontariamente, in collaborazione con altre famiglie esterne alla Scuola, abitando appositamente nei 4 complessi residenziali della Scuola, durante l'anno si mettono a disposizione per aiutare, con un intenso lavoro di cura, le famiglie che via via arrivano. I lavori preparatori iniziano mesi prima dell'arrivo, soprattutto per le famiglie che giungono da altri Stati o Continenti.

Questi sono alcuni esempi di lavoro di cura delle famiglie stabili nei confronti delle famiglie della Scuola:

  • insegnamento dell'italiano, traduzioni durante le lezioni e altri incontri;
  • assistenza tecnico - burocratica per documentazioni, permessi, visti, passaporti;
  • aiuto per l'assistenza medico - sanitaria, soprattutto per i figli;
  • assistenza all'inserimento scolastico dei figli nelle scuole pubbliche di pertinenza;
  • aiuto nella gestione della casa, del vestiario, dell'alimentazione, dei trasporti, ecc.;
  • aiuto nell'inserimento dei genitori in semplici attività lavorative per un auto-sostentamento delle singole famiglie;
  • sostegno per l'inserimento e la partecipazione alle lezioni della scuola per genitori;
  • sostegno per altre attività di tipo religioso, sociale, ricreativo, culturale, del tempo libero.

5. LA DIDATTICA

Un discorso a parte merita la gestione delle attività didattiche della Scuola che comprende: 14 tematiche di studio; 180 di ore di lezione; un corpo docente di 16 insegnanti provenienti da varie città d'Europa che si fermano alla Scuola temporaneamente, per uno o più giorni, a seconda della durata delle lezioni. Anche il corpo docente opera gratuitamente.

Le famiglie della Scuola durante l'anno partecipano a convegni locali, presso la cittadella internazionale, o a livello interregionale o nazionale, portando il loro contributo di idee, di cultura e, attraverso la narrazione del loro vissuto, esportano i modelli elaborati in famiglia e tra famiglie.

Dopo un ventennio di attività è nata l'esigenza di moltiplicare e facilitare l'accesso a più famiglie a questo ricco capitale sociale e culturale che si è formato nel tempo.

All'interno della Scuola Loreto nel 2004 è nato "Family Point" percorso formativo in 5 anni composto da moduli annuali di 40 ore in due week-end, aperto a persone e famiglie desiderose di diventare competenti nella relazione di aiuto al mondo della famiglia.

Il progetto, basato sul diretto coinvolgimento dei partecipanti, è supportato dal contributo di docenti universitari, di esperti-insegnanti della Scuola Loreto e dalle famiglie del corso residenziale.

6. LE CARATTERISTICHE DELLE FAMIGLIE DELLA SCUOLA

Si calcola che, dalla fondazione ad oggi, siano passate, per periodi più o meno lunghi, dalla Scuola Loreto più di 1300 famiglie.

  • Nel 2004, le 9 famiglie che si sono fermate tutto l'anno avevano complessivamente 24 bambini e provenivano due dal Sud America, due dal Nord America, due dall'Africa, una dall'Asia, una dall'Est Europeo e una dall'Italia.
  • Nel 2003 le 12 famiglie provenivano: cinque da 5 stati diversi dell'Europa, quattro da 4 stati diversi del sud America, una dall'Oceania, una dall'Asia, una dall'Africa. Ed avevano 21 bambini.
  • Nel 2002 le 10 famiglie provenivano: 5 dal sud America, 2 dall'Asia, 2 dall'Europa, ed 1 dall'Oceania. Ed avevano 26 bambini.

7. LA QUESTIONE DELLE MOTIVAZIONI

Si sa che, normalmente, i fenomeni sociali si affermano, si mantengono nel tempo, si sviluppano ecc., solo se esistono, alla base del fenomeno, delle motivazioni valide che spingono i soggetti - nel nostro caso le famiglie - ad assumere dei comportamenti conseguenti.

Una prima domanda viene allora spontaneo porsi:

Per  partecipare alla vita della Scuola, che cosa attrae famiglie così diverse tra loro e cosa le spinge a lasciare la propria routine, le proprie sicurezze e ad affrontare problemi anche grossi, compresi i pesanti rischi economici?

Nel tentativo di dare una prima risposta a questo quesito si possono fare le seguenti considerazioni:

  1. Le motivazioni di tipo "estrinseco", legate cioè ad una gratificazione di tipo economico, o culturale, o semplicemente che spingono a soddisfare  la voglia di novità o di avventura, sono da escludersi a priori, in quanto la posta in gioco è troppo elevata, anche dal punto di vista economico. Il peso della fatica di trasferire una famiglia per un anno non sarebbe compensato neanche da delle buone gratificazioni sul piano culturale; anche la voglia di novità svanisce al pensiero che, con la famiglia, con i figli, trasferirsi non è uno scherzo.
  2. Per tentare di capire il comportamento delle famiglie della Scuola allora ci si dovrà orientare verso delle motivazioni di tipo "intrinseco", non finalizzate cioè ad una ricompensa di tipo "estrinseco". Come afferma Vittorio Pelligra, in un suo recente scritto: «Possiamo pensare infatti a molti altri tipi di attività per le quali il "fare" l'attività stessa è almeno tanto importante, nel motivare il soggetto, delle conseguenze estrinseche che essa produce».[1]
  3. Sembra una caratteristica specifica dei comportamenti famigliari quella di avere normalmente delle motivazioni "intrinseche", infatti sono queste le motivazioni della maggior parte delle azioni che si compiono all'interno del nucleo famigliare.
  4. Il movente "intrinseco", (per es.: si passeggia, non per spostarsi o per fare strada, ma perché il semplice fatto di passeggiare è, di per sé, fonte di utilità) è probabilmente anche il tipo di motivazione che trattiene le famiglie "stabili" alla Scuola Loreto, nonostante la mole di "lavoro di cura" extra familiare generato dalla presenza delle famiglie ospiti.
  5. E' probabilmente "intrinseco" anche il movente che richiama i professori da tutta Europa a impartire le lezioni; infatti sembra che sia la soddisfazione di partecipare alla Scuola, la ricompensa che li gratifica.

8. LE MOTIVAZIONI "INTRINSECHE" DELLE FAMIGLIE

Dalle risposte al questionario, sottoposto ad un campione di famiglie, risulta che le motivazioni che hanno spinto le famiglie a lasciare la propria residenza e venire alla Scuola Loreto sono tutte sul piano dell'autocoscienza come famiglia. Alcune espressioni usate nel questionario sono:

  • la volontà di conoscere se stessa;
  • la volontà di prendere coscienza del proprio ruolo come famiglia;
  • la volontà di crescere come famiglia;
  • la volontà di essere coscienti nel campo della vita famigliare;
  • la volontà di crescere nel rapporto interpersonale in famiglia;
  • di crescere nel rapporto di coppia e con i figli.

Un secondo aspetto, che viene subito in luce dalle risposte date, è che questo miglioramento, come famiglia, non è perseguito per se stesso, narcisisticamente, ma è finalizzato allo scopo di crescere per poter aiutare altre famiglie nei campi:

  • dell'educazione;
  • della comunicazione;
  • dell'educazione alla mondialità;
  • dell'inculturazione e del dialogo.

Tutti campi attinenti dimensioni di interdipendenza, per una formazione utile alla ricerca di percorsi che possano portare a relazioni di reciprocità universali.

9. I PROBLEMI PRIMA DELL'ARRIVO ALLA SCUOLA

I problemi incontrati dalle famiglie per trasferirsi dai paesi d'origine alla Scuola, ricavati dal questionario in ordine di frequenza e di importanza sono:

  • quello economico lavorativo, sicuramente il primo e il più diffuso;
  • la lingua (ovviamente per tutti i non italiani), problema che ha ingenerato difficoltà di diverso grado a seconda della famiglia e delle lingue parlate;
  • i problemi relativi al distacco dalle famiglie di origine;
  • le difficoltà legate allo spostamento dei figli;
  • per alcune famiglie i passaporti, nonché il viaggio lungo e stancante (alcuni con più giorni di aereo).

10. I PROBLEMI  DURANTE LA SCUOLA

I problemi incontrati dalle famiglie durante i dieci mesi di frequenza alla Scuola sono:

  • di comunicazione a causa della lingua, sia per i genitori che per i figli;
  • le differenze culturali, di orari di vita, i diversi modelli educativi e di cura dei figli;
  • le limitazioni nelle attività ordinarie a causa di malattie frequenti e prolungate dei figli;
  • difficoltà iniziali nelle sistemazioni scolastiche dei figli;
  • stanchezza, soprattutto nel primo periodo per l'ambientamento;
  • disagi, generati dalle strutture abitative e dai servizi: per esempio strade sterrate, negozi e scuole lontani, ecc.

11. LE SOLUZIONI AI PROBLEMI INCONTRATI DALLE FAMIGLIE

  • Per risolvere il problema lavorativo, normalmente le famiglie sono dovute ricorrere, dopo aver costruito con i responsabili del proprio posto di lavoro un rapporto di stima e fiducia, ad un anno di aspettativa senza retribuzione; alcune famiglie, pur di partire, si sono licenziate dal lavoro e al ritorno hanno dovuto cercare una nuova occupazione.
  • Per il problema economico alcune famiglie hanno programmato le entrate e le uscite negli anni precedenti la partenza così da poter disporre di un fondo per il periodo della Scuola; altre sono ricorse a un doppio lavoro per creare un risparmio; altre addirittura sono arrivate a vendere beni importanti come l'automobile o addirittura la casa; altre pur di partire hanno contratto dei debiti. In molti casi è stata importante la solidarietà delle famiglie nelle città di provenienza.
  • Per il problema della lingua, le famiglie straniere hanno frequentato con molto impegno i corsi specifici e hanno studiato, in tutti i momenti liberi (anche in ore notturne), imparando, più o meno in fretta e bene, l'italiano, a seconda delle lingue di provenienza e delle capacità personali (molte di esse manifestano gratitudine per l'aiuto ricevuto e soddisfazione per i risultati ottenuti). Lo sforzo per ascoltare e capire gli altri, anche se di lingua e cultura diversa, ha considerevolmente aumentato l'autostima e la capacità di dialogo.
  • Il problema del distacco dai luoghi di provenienza, è stato risolto comunicandolo all'interno della famiglia e con le altre famiglie e, attraverso lettere, e-mail, e telefono, con le persone delle città di provenienza (parenti, amici, insegnanti dei figli, colleghi di lavoro). Questo problema del distacco è stato compensato dalle tante nuove e profonde amicizie fatte e da un grande arricchimento ricevuto dalla conoscenza di famiglie molto diverse da sé.
  • La questione delle differenze culturali, che, durante i mesi della Scuola avevano prodotto tante difficoltà, soprattutto ad alcune famiglie nel doversi adeguare a ritmi di vita diversi ed a nuovi modelli di cura dei figli, dal questionario sembra sia stata risolta nel praticare una sorta di training continuo, una scuola nelle Scuola per:
    • entrare nella cultura dell'altra famiglia, facendole spazio;
    • relativizzare il proprio schema concettuale;
    • confrontare apertamente le proprie posizioni;
    • dialogare in modo franco;
    • saper contenere il desiderio di affermare subito la propria idea.
  • I problemi generati da carenze nelle strutture abitative e nei servizi di supporto alle abitazioni per i tanti bambini e per la necessità di custodirli perché spesso ammalati, sono stati di volta in volta affrontati con il reciproco e sempre più intenso aiuto tra famiglie.
  • Il problema dell'emarginazione di alcuni figli, specie se di famiglie straniere, da parte delle scuole pubbliche locali, è stato affrontato dai genitori dialogando con gli insegnanti e con i genitori degli altri alunni ed anche dai figli che hanno cercato di rispondere alle offese ricevute dai compagni con gesti di simpatia e amicizia che hanno fatto cambiare rapidamente i rapporti tra ragazzi. A questo proposito è da segnalare che, mentre nei primi anni della Scuola Loreto la popolazione e le autorità locali vedevano con freddezza le famiglie della Scuola, ora i figli e le famiglie si invitano reciprocamente per le feste. Inoltre gli insegnanti delle scuole pubbliche apprezzano molto la presenza di bambini stranieri per il contributo che portano e le pubbliche autorità sono sensibili e attente ai problemi della Scuola Loreto.

12. RISULTATI: ALCUNI TIPI

Ad alcune famiglie "stabili" della Scuola Loreto è stata posta una domanda apparentemente provocatoria o forse ingenua:

Esistono fatti concreti che, durante i mesi della scuola, in questo laboratorio di sperimentazione di relazioni sociali innovative,  fanno pensare all'esistenza di  soluzioni in grado di affrontare alcuni dei problemi che caratterizzano  oggi il mondo della famiglia?

Si sono potute registrare:

  • storie che narravano di famiglie in crisi coniugale grave ora ricostruite;
  • storie di famiglie a confronto con diversità sociali, politiche e religiose apparentemente inconciliabili che sono riuscite a tessere rapporti di profonda amicizia fra di loro;
  • famiglie con modelli educativi tra di loro diametralmente opposti, che si sono prima sopportate, poi rispettate e capite, e, alla fine, stimate;
  • una famiglia Colombiana che, tornata a Bogotà, ha fondato un Centro di promozione per le famiglie di un grande quartiere e successivamente è divenuta consulente dell'Università Bolivariana;
  • una famiglia svizzera che ha scoperto in internet la Scuola Loreto come modello delle proprie aspirazioni sociali ed è venuta per soggiornarvi un anno;
  • molte altre, altrettanto significative.

13. CONCLUSIONE

La famiglia, formata da una simile interazione con altre famiglie, ha risorse proprie per diventare protagonista del sociale, creando soluzioni che possono valere anche come modello per la società in ciascuno dei Paesi di provenienza.

Tutto questo può contribuire allo sviluppo di una significativa "rete" di famiglie, operanti in tutto il mondo come soggetti di nuove solidarietà e di pratiche sociali particolarmente attese in questo momento storico. La configurazione che ne discende è quella di una "società di famiglie", intesa come rete di realizzazioni solidali, costruttrice di socialità e di pace.

Una possibile concretizzazione, a livello mondiale, può essere vista nel Familyfest 2005, nel quale la Scuola Loreto avrà un compito di riferimento sia metodologico che di contenuto, molto importante.

[1]V. Pelligra, "Quando il denaro impoverisce" in "Economia di Comunione", 1 (2004), p.19.

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Chiara Lubich

L'amore fraterno stabilisce ovunque rapporti sociali positivi, atti a rendere il consorzio umano più solidale, più giusto, più felice...

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